Sono ben 684 i siti contaminati in Friuli Venezia Giulia e 229 le procedure di bonifica richieste o avviate: un record negativo che potrebbe però trasformarsi in una grande opportunità di occupazione verde.Francescato e Pellegrino richiamano l’attenzione soprattutto su due siti SIN (siti di interesse nazionale) ad alto rischio, tristemente famosi: la laguna di Grado e Marano contaminata fin dal 1938 da un cocktail di veleni, in prevalenza mercurio, riversati nel suolo e nelle acque dallo stabilimento chimico Caffaro e un largo tratto del territorio triestino, oltre 1700 ettari nella zona industriale, tra cui spicca la ferriera di Servola, stabilimento siderurgico del gruppo Lucchini-Severstal. “Portare a termine la bonifica e riqualificazione di questi siti, così come degli altri 55 SIN esistenti nel nostro paese, oltre che ad alleviare l’impatto ambientale e sulla salute, potrebbe tradursi in decine di migliaia di posti di lavoro qualificati e rappresentare un filone chiave nella riconversione ecologica dell’economia e della società, uno degli obbiettivi cruciali di SEL.