Sono in pieno svolgimento le manifestazioni degli studenti in circa 80 città italiane, per protestare contro il degrado e l’ abbandono della scuola e dell’istruzione pubblica con lo slogan “Non c’è più tempo”. Gli studenti hanno anche aderito alla manifestazione pro Costituzione indetta per domani. Le associazione studentesche Unione degli Studenti, Rete della Conoscenza e Link Coordinamento universitario annunciano l’inizio dei concentramenti per le 9 nelle piazze delle principali città (a Roma in piazza della Repubblica e a Milano in piazza Cairoli), ricordando ragioni e obiettivi della protesta. “Da anni ormai sappiamo che il sistema scolastico Italiano è negli ultimi posti di ogni statistica OCSE, sempre più definanziato e provato da 10 anni di politiche di austerità”, sottolinea Roberto Campanelli, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Studenti. “Non c’è più tempo da perdere con le politiche di austerità. Da parte dell’attuale governo non c’è stata nessuna reale inversione di tendenza. Mentre alla scuola pubblica e al welfare vengono destinate poche briciole si sceglie di continuare a sprecare risorse per le spese militari, le politiche di respingimento dell’immigrazione, la tutela di speculatori e dei grandi patrimoni”. L’invito è invece a far fronte alle “vere emergenze sociali”, con “il rifinanziamento totale dell’istruzione pubblica e del diritto allo studio, lottando per un cambio di rotta radicale rispetto all’attuale modello di sviluppo”. “Torniamo in piazza ancora una volta, al fianco delle studentesse e degli studenti medi di questo paese – dichiara Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link Coordinamento Universitario – perchè crediamo che l’attacco al sistema di formazione pubblica sia oggi generalizzato”. “Domani, inoltre, parteciperemo alla mobilitazione nazionale per l’applicazione della Costituzione”, aggiunge Federico Del Giudice, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza – convinti che da lì possa partire partire una battaglia di contro-attacco per costruire giustizia sociale, estendere i diritti, liberare i saperi”.