“Dalle parole del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, davanti alla Commissione d’inchiesta parlamentare sui rifiuti (il verbale dell’audizione del 7 ottobre 1997 è stato reso pubblico solo qualche giorno fa grazie all’intervento della Presidente Boldrini), abbiamo la triste conferma di come la camorra e in particolare il clan dei Casalesi abbia utilizzato anche la Puglia per interrare e smaltire rifiuti tossici provenienti da tutta Europa”. Lo afferma il deputato pugliese di Sel Fratoianni che su questo tema ha presentato un’interrogazione urgente al Ministro degli Interni, al Ministro della Giustizia e al Ministro dell’Ambiente per fare luce sui siti utilizzati per lo smaltimento.
Le rivelazioni, prosegue l’on. Fratoianni, pur a circa venti anni di distanza, inquietano e preoccupano perché, se vere, raccontano di un’ecomafia che avrebbe messo in serio pericolo la vita di tante comunità pugliesi. Le dichiarazioni di Schiavone, per altro, possono essere associate alle dichiarazioni di Silvano Galati, collaboratore di giustizia ex appartenente alla Sacra Corona Unita, che nel 2005 ha rivelato agli inquirenti di rifiuti sepolti nelle campagne di Casarano, in provincia di Lecce.
Ho depositato un’interrogazione urgente, continua il deputato per fare luce su un business miliardario che, agli inizi negli anni Novanta, ha avvelenato il tacco d’Italia e affinché si ricostruiscano le vicende investigative di quegli anni e, in particolare, se alla luce delle dichiarazioni di Schiavone, fossero stati allertati i Prefetti, i Procuratori della Repubblica e i vertici della Polizia e se fossero state fatte delle indagini e con quali esiti.
L’Italia, conclude l’on. Fratoianni, e nello specifico le comunità pugliesi hanno il diritto di sapere, le istituzioni hanno il dovere di intervenire, per individuare e bonificare le aree interessate dal traffico mortale dei rifiuti tossici che avrebbero reso, secondo le dichiarazioni, la Puglia pattumiera di mafia.