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giovedì 13 giugno 2013 / Sonia Pellizzari

Crisi Natuzzi: la regione Puglia ha messo a disposizione 101 milioni di euro, perchè allora i licenziamenti?

I deputati pugliesi di Sel Nicola Fratoianni, Donatella Duranti, Annalisa Pannarale, Arcangelo Sannicandro, Antonio Matarelli e il sen. Dario Stefano presenteranno nelle prossime ore una interrogazione urgente su quanto sta accadendo all’azienda Natuzzi. 

“La proprietà ha annunciato nuovi esuberi e prosegue nell’intenzione di delocalizzare la produzione, fuori dai confini italiani, arrecando un gravissimo danno ai lavoratori, alle loro famiglie e a tutto il tessuto produttivo pugliese e italiano. Riteniamo grave e incomprensibile l’atteggiamento di Natuzzi: lo scorso 8 febbraio è stato firmato un Accordo di Programma fra la Regione Puglia e il governo per il settore del Mobile Imbottito, che mette a disposizione del sistema produttivo 101 milioni di euro, utili a innovare, a riqualificare le produzioni e a cercare nuove strade per uscire dalla crisi di uno dei settori strategici per la Puglia e per l’Italia.
Natuzzi non ha presentato alcun progetto per attingere alle risorse dell’Accordo di Programma, continua a dichiarare esuberi e non presenta alcun piano industriale. Non riusciamo a comprendere le motivazioni che spingono l’azienda ai licenziamenti, considerando che finalmente ci sono strumenti e risorse, faticosamente conquistate dalla Regione Puglia. Il governo regionale è sempre stato molto attento nei confronti del settore del mobile imbottito, consapevole dell’importanza del settore nel tessuto produttivo pugliese e italiano. La Regione ha atteso per sei anni che il governo mettesse a disposizione i fondi per l’Accordo di Programma e adesso che li ha ottenuti è impensabile che Natuzzi continui nell’intento di chiudere le attività.A meno che la situazione di crisi del settore non diventi un paravento dietro cui nascondere intenzioni e decisioni ormai irrevocabili. I deputati pugliesi di SEL interesseranno della questione il governo italiano, considerando anche l’elevato livello di tensione sociale che si sta creando con lo stato di agitazione dei lavoratori e dei sindacati che presidiano i cancelli dello stabilimento produttivo”.

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