«La Camera ha approvato la settimana scorsa una mozione, presentata da Sinistra Ecologia Libertà, che “impegna il governo ad introdurre il reddito minimo nel nostro Paese, l’’unico, assieme alla Grecia, ad esserne sprovvisto in tutta Europa»«Nel frattempo i dati Istat mostrano un Paese in ginocchio, dove povertà e precarietà sono diventate le fondamenta del nostro tempo, il tasso di disoccupazione è a livelli altissimi, il 12,7%, la disoccupazione giovanile è oltre il 40%, il resto dei giovani è per la maggior parte precario e senza diritti. Una sofferenza sociale inaudita che non viene intercettata da queste “sorde intese”, incapaci di mettere in campo misure adeguate sul lavoro, la precarietà, il disagio generazionale». Lo scrive Nichi Vendola, presidente di Sel, nel suo blog che appare sull’Huffington Post.
«Un Paese sta crepando – prosegue Vendola – e non ha bisogno di perdere diritti su diritti, ma di un nuovo sistema di welfare, universale, che estenda tutele e diritti acquisiti a coloro cui vengono negati.In un Paese in cui il 10% della popolazione detiene il 50% delle ricchezze, – insiste il leader di Sel – il reddito minimo rappresenta una misura decisiva per l’uguaglianza e un fattore anticiclico rispetto alla crisi che, redistribuendo risorse, aiuta a rimettere in moto i consumi e l’economia, diminuendo cosi’ gli squilibri sociali e reddituali.Alla Camera giacciono 3 proposte di legge, una di parlamentari del Pd, una dei parlamentari di Sel e un’altra dei parlamentari del M5S. Di fronte alla richiesta esplicita del Parlamento che vincola il governo ad agire, ora non ci sono più scuse, milioni di persone non possono più aspettare. Perchè la povertà, la disoccupazione e la precarietà hanno bisogno di risposte concrete, non di slogan e nemmeno di elemosina.
Caro Renzi, caro Grillo – conclude Vendola – lo facciamo subito?»