Le proposte per il Mezzogiorno lanciate da una serie di Fondazioni ed Enti di studio e ricerca meridionali (fra cui lo SVIMEZ) trovano in SEL un interlocutore attento ed interessato. Il quadro che emerge dai dati sulla condizione del Sud è assai preoccupante, basti pensare al crollo del PIL che in questi 5 anni è calato in Italia del 7% con oltre il 10 nel Meridione e al dramma della crisi occupazionale con oltre 370.000 posti di lavoro persi. La definizione di una seria politica industriale, il tema di un reddito di cittadinanza, la centralità del riassetto del territorio e della produzione di energia da fonti rinnovabili, la riforma fiscale basata sullo spostamento di parte del carico d lavoro e imprese verso i grandi patrimoni, sono punti che SEL ha messo al centro del proprio programma. Resta la perplessità sulla proposta di ennesimo rincaro dell’IVA che potrebbe avere effetti di ulteriore depressione dell’economia come è dimostrato dall’esperienza negativa del governo Monti. SEL si candida, quindi, a guidare dal governo il rilancio di una politica coerentemente meridionalista ponendosi, come la positiva esperienza pugliese dimostra nei fatti, quale principale riferimento di tutte quelle forze imprenditoriali, intellettuali e della società civile che hanno a cuore gli interessi del Mezzogiorno non in contrapposizione al resto del Paese, ma come straordinario fattore di sviluppo di tutta l’Italia. Solo così si potrà sconfiggere quell’Asse del nord, sia nella versione populista di Berlusconi che in quella tecnocratica di Monti. Così Gennaro Migliore, candidato Sel alla Camera per il collegio Campania 1 (Napoli e provincia) a proposito del Documento-Agenda dello Svimez per il Sud presentato alle forze politiche in vista delle elezioni.