“L’assessore Monferino leggendo i giornali ha scoperto che in Piemonte, in seguito al suo disastroso Piano Sanitario Regionale, esiste un’emergenza liste d’attesa, forse se ci avesse ascoltato non saremmo dovuti giungere all’apertura di una procedura d’urgenza per risolvere la situazione” è la denuncia di Monica Cerutti candidata Sel in Piemonte. “Solo venti giorni fa, tramite un’interrogazione urgente, – prosegue la dirigente di Sel – avevamo sollevato il problema della continuità assistenziale per i pazienti dell’Ospedale Valdese, costretti a rivolgersi a strutture private a causa della chiusura di interi reparti: oggi veniamo a sapere che anche l’assessore si sta rendendo conto che la situazione è un vero e proprio dramma.
Per ridurre le liste d’attesa, dilatate dall’incapacità di Monferino, verranno aperte le sale operatorie anche al pomeriggio rinforzando il personale oltre l’orario abituale: una procedura che andrà a gravare su lavoratori che negli ultimi anni hanno già dovuto subire il peso di riforme sanitarie e regionali folli, ma che per spirito di servizio e dedizione hanno mantenuto alto il livello e il buon nome della sanità pubblica piemontese.
In questi giorni in giro per il Piemonte abbiamo ascoltato storie di ordinaria follia, quella di chi ha inteso la gestione della sanità come quella di un’officina meccanica: ieri a Galliate abbiamo visitato un presidio ospedaliero che, da poco ristrutturato, verrà smantellato; venerdì a Valenza ci hanno raccontato dell’eccellenza di un ospedale che è nel mirino del tagliatore di reparti Monferino. L’assessore per caso ha intenzione di rendere inefficiente anche il servizio in strutture sanitarie come queste?
Monferino, il braccio destro di Cota apprezzato anche da Monti e Balduzzi, ha dimostrato come il modello proposto da una certa politica sia dannoso perché crea liste d’attesa lunghe, non garantisce la continuità assistenziale, crea disoccupazione e blocca la formazione del personale sanitario. Costoro ci facciano una cortesia: si tolgano di mezzo, magari siamo ancora in tempo per riparare i danni da loro creati.