Oggi la vicesindaco di Roma Sveva Belviso e il consigliere alle politiche della disabilità, Michele Colangelo, guarda caso proprio alla fine della legislatura, hanno presentato alla stampa il nuovo servizio per il trasporto dei disabili denominato “Bus –sharing” che dovrebbe consentire “di servire 3000 cittadini a fronte degli attuali 1500 utenti, senza alcun costo aggiuntivo per l’amministrazione”.
L’annuncio sa più di spot elettorale che di riorganizzazione ed efficientamento del servizio. I taxi e i pullmini infatti, pur se monitorati dal sistema informatico georeferenziato, in uso nei sistemi GIS (conosciuto e usato da tempo) che permette l’attribuzione di un dato, di un’informazione relativa alla dislocazione geografica, non potrà, da solo, in una città caotica come Roma, garantire le esigenze di mobilità di più persone disabili in relazione ai tempi di percorrenza e alle diverse esigenze degli utenti.Gli utenti, inoltre, dovranno comunque aspettare qualche mese prima che il nuovo sistema entri a regime ed intanto l’Amministrazione ha ancora una volta privatizzato un servizio essenziale.Sul fronte occupazionale, 100 autisti della Ex Francescangeli, società che prima curava in subappalto il servizio per conto di Atac, hanno perso il lavoro, dovuto al ritardo con il quale il Dipartimento V erogava i fondi ad Atac. Questa Giunta pur di fare incetta di voti ha, di fatto, privatizzato un servizio essenziale per la mobilità sostenibile, non tenendo gravemente conto di quanto espresso dal voto in Assemblea Capitolina e i cittadini romani, purtroppo,ancora una volta, non riceveranno un servizio migliore né in termini quantitativi né qualitativi. L’allieva di Alemanno, la vice sindaco Belviso, questa volta ha superato il suo maestro.