Caro Nichi,innanzitutto grazie per averci coinvolto in quello che, a nostro avviso, si presenta come un necessario spazio di ragionamento e di nuova azione sociale per i nostri territori.
Purtroppo sia io sia Alberto Zoratti, rispettivamente vicepresidente e presidente di Fairwatch, osservatorio italiano sul clima e il commercio, siamo fuori Roma per presentare il nostro ultimo libro, I signori della green economy (Emi edizioni), e non potremo essere presenti all’incontro.Condividiamo, però, la tua analisi sul momento politico, e viviamo con grande preoccupazione il fatto che non si riesca a superare questo profondo blocco culturale e di interessi particolari in vista dell’interesse generale di un Paese che si consuma e si esaurisce dal punto di vista sociale, economico, ambientale sotto i nostri occhi, senza che la politica istituita sembri volerne avere cura. Da Genova, e ancor prima da Seattle e Porto Alegre, dove nasce concretamente il nostro impegno per un’economia di giustizia, strumento di una società solidale e sostenibile, insieme a tante e tanti compagni di strada stiamo percorrendo e tracciando percorsi di profonda innovazione, partecipazione, condivisione. Condividiamo, però, anche l’impotenza e la frustrazione delle tante e i tanti che, volendo continuare a costruire camminando all’interno delle istituzioni democratiche, a livello nazionale e locale, si trovano frenati, ostacolati, immobilizzati dall’inerzia irresponsabile e colpevole di tante e tanti loro compagni di emicicli e assemblee locale. Questo ci fa pensare che sia importante, con i diversi ruoli e responsabilità che ci definiscono, ricostruire orizzonti ideali comuni e progetti concreti di collaborazione per strutturare il cambiamento con radici basse, profonde, e prospettive alte di medio e lungo termine, che sappiano osare l’utopia, rischiare la visione.
Siamo convinti, infatti, che senza un solido fare che possa seminare la sua speranza nell’utopia condivisa non ci possa essere politica come autentico progetto di polis, spazio di molt* per tutte e tutti. Buon lavoro, e ad una prossima occasione d’incontro, disponibili al dialogo e al confronto, per cambiare davvero
